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“La grande bellezza”, viaggio al termine della Roma ‘cafonal’

La grande bellezza (Italia, 2013) di Paolo Sorrentino, con Toni Servillo, Sabrina Ferilli, Carlo Verdone, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Luca Marinelli, Isabella Ferrari, Serena Grandi, Roberto Herlitzka, Giorgio Pasotti, Lillo Petrolo, Sonia Gessner, Anita Kravos, Ivan Franek, Massimo De Francovich, Massimo Popolizio, Anna Della Rosa, Giulio Brogi, Dario Cantarelli, Giorgia Ferrero, Franco Graziosi, Giovanna Vignola, Giusi Merli, Luciano Virgilio, Fanny Ardant

Soggetto e sceneggiatura di Paolo Sorrentino con Umberto Contarello

Drammatico, 2h 24’, Medusa, in uscita il 21 maggio 2013

In Concorso al 66° Festival del Cinema di Cannes 2013

Voto D’Errico: 8 su 10

Voto Ozza: 7 su 10

Voto Tomaselli: 7½ su 10

Lupa e vestale, aristocratica e stracciona, tetra e buffonesca. La Roma di Fellini, che con questi aggettivi descrisse Anna Magnani come simbolo ed emblema della città, non è più quella di un tempo. È peggiorata. “Nun me fido”, rispose Nannarella alla cinepresa di Federico, quasi a voler preservare il mistero di una bellezza eterna e fugace, che accompagna il tormento all’estasi. Oggi, quella bellezza si ritrova ad osservare, mesta come una vecchia diva al tramonto, il via vai per il nulla dell’umanità che inconsciamente la abita e la umilia.

“Il cecchino”, polar tarocco, Michele Placido è Made in Italy

Il cecchino (Le guetteur, Francia/Italia, 2012) di Michele Placido, con Matthieu Kassovitz, Daniel Auteuil, Luca Argentero, Olivier Gourmet, Francio Renaud, Violante Placido, Nicolas Briançon, Jérôme  Pouly, Michele Placido, Fanny Ardant, Ben Badra

Sceneggiatura di Cédric Melon e Denis Brusseaux

Poliziesco, 1h 27’, 01 Distribution, in uscita il 1° maggio 2013

Voto: 4½ su 10

Non vedeva l’ora, Michele Placido, di lasciare la patria ingrata e oltrepassare i confini nazionali; lo fa con questo polar ad alto budget (14 milioni di euro!) ma su commissione, girato tra strade e sobborghi campestri parigini, per rivendicare la palma di un cinema di genere difeso e promosso, negli ultimi anni, con ogni mezzo. L’onore per gli intenti, però, non va a braccetto con un film, in verità, assai fasullo.