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“Midsommar – Il villaggio dei dannati”, un film di Ari Aster, la recensione

Midsommar – Il villaggio dei dannati (Midsommar, Usa, 2019) di Ari Aster con Florence Pugh, Jack Reynor, Will Poulter, William Jackson Harper, Vilhelm Blomgren, Julia Ragnarsson, Anna Åström, Archie Madekwe, Ellora Torchia

Sceneggiatura di Ari Aster

Horror, 2h 27’, Eagle Pictures, in uscita il 25 luglio 2019

Voto: 6 su 10

Bisogna riconoscere ad Ari Aster un gran senso del disagio. C’è un particolare di Midsommar (ignoriamo volutamente il sottotitolo appioppato dalla distribuzione italiana), un’intuizione visiva, che persiste lungo tutta una fastidiosissima e disorientante sequenza che segue a una forsennata competizione di danza: un fiore in una ghirlanda, ansimante, boccheggiante, che apre e chiude la sua corolla rivelando un abisso nero al suo interno, distoglie il nostro sguardo dalla protagonista, appena incoronata “regina di maggio” e agghindata come una santa in processione, per ossessionarci col suo angoscioso moto perpetuo. Dettaglio tra i dettagli, sempre più perturbanti, in un’atmosfera generale di temibile minaccia, che fanno dell’opera seconda del regista di Hereditary uno dei film più sgradevoli e opprimenti dell’anno. Un risultato a suo modo notevole, ma ciò non implica che Midsommar sia anche un film riuscito.

“Nureyev – The White Crow”, un film di Ralph Fiennes, la recensione

Nureyev – The White Crow (The White Crow, GB/Francia, 2018) di Ralph Fiennes con Oleg Ivenko, Adèle Exarchopoulos, Ralph Fiennes, Čulpan Nailevna Chamatova, Aleksey Morozov, Raphaël Personnaz, Olivier Rabourdin, Sergei Polunin, Louis Hofmann

Sceneggiatura di David Hare, dal romanzo “Rudolf Nureyev: The Life” di Julie Kavanagh (ed. La nave di Teseo)

Biografico, 2h 03’, Eagle Pictures, in uscita il 27 giugno 2019

Voto: 4 su 10

Una delle personalità artistiche più iconiche del ventesimo secolo, un volto inconfondibile e un corpo narcisisticamente esibito per i fotografi più famosi e, al cinema, per Ken Russell, che lo diresse in un lussuoso fotoromanzo su Rodolfo Valentino; soprattutto, un talento innato per la danza, che lo portò a essere acclamato come il più grande ballerino classico del suo tempo, non tanto per la precisione tecnica quanto per il carisma che portava in scena: è Rudolf Nureyev, che rivive sullo schermo nella terza regia dell’attore britannico Ralph Fiennes, dopo un Coriolano da Shakespeare in salsa bellica contemporanea (Coriolanus, 2011) e un calligrafico biopic sentimentale su Charles Dickens (The invisible woman, 2013).

#arenaestiva: “Chiudi gli occhi – All I See Is You”, un film di Marc Forster, la recensione

Chiudi gli occhi – All I See Is You (All I See Is You, Usa, 2016) di Marc Forster con Blake Lively, Jason Clarke, Danny Huston, Wes Chatham, Kaitlin Orem, Miquel Fernandez, Yvonne Strahovski

Sceneggiatura di Marc Forster e Sean Conway

Drammatico, 1h 49′, Eagle Pictures, in uscita l’11 luglio 2018

Voto: 4 su 10

L’estate è la stagione cinematografica prediletta per mettere in circolazione i proverbiali fondi di magazzino. Chiudi gli occhi – All I See Is You arriva in sala con oltre due anni di ritardo dalla sua tribolata presentazione al Festival di Toronto, nonostante un regista di un certo richiamo come Marc Forster (Neverland, World War Z) e una protagonista femminile come Blake Lively, che ancora aspetta la propria consacrazione nel cinema che conta. Le ragioni di tale triste rinvio estivo sono, purtroppo, ben evidenti in una narrazione asfissiata sotto più fronti, primo fra tutti l’esigenza di dover inserire il film all’interno di un canone di genere, il thriller, che in realtà ha poco o nulla a che spartire con l’assetto da melodramma psicologico che Forster porta avanti, dando libero sfogo ai più deleteri vezzi estetici che già avevano decretato il fallimento del suo ambizioso Stay – Nel labirinto della mente.

“Papillon”, un film di Michael Noer, la recensione

Papillon (id, Usa/Serbia/Montenegro/Malta, 2018) di Michael Noer con Charlie Hunnam, Rami Malek, Tommy Flanagan, Eve Hewson, Roland Møller, Michael Socha

Sceneggiatura di Aaron Guzikowski, basato sulla sceneggiatura originale del 1973 di Dalton Trumbo e Lorenzo Semple jr, dal romanzo omonimo di Henri Charrière (ed. Mondadori)

Avventura, 2h 13′, Eagle Pictures, in uscita il 27 giugno 2018

Voto: 4½ su 10

Mala tempora currunt diceva Cicerone, e non solo in politica. Si è più volte detto della spaventosa mancanza di idee del cinema americano contemporaneo: ormai l’offerta si ritorce su se stessa, le narrazioni si ripetono, i supereroi abbondano senza sosta e i continui rifacimenti dei grandi film del passato sono una minaccia purtroppo concreta da un decennio a questa parte. A cadere nella morsa del remake è nientemeno che il cult di Franklin J. Schaffner del 1973 Papillon, uno degli escape movie più celebri di sempre (tanto da meritare a sua volta una parodia-lampo in Italia, Farfallon con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia), tratto dal romanzo autobiografico che Henri Charrière diede alle stampe nel 1969, vendendo oltre 10 milioni di copie nel mondo.

“Il sole a mezzanotte” un film di Scott Speer, la recensione

Il sole a mezzanotte (Midnight Sun, Usa, 2018) di Scott Speer con Bella Thorne, Patrick Schwarzenegger, Rob Riggle, Quinn Shephard, Ken Tremblett

Sceneggiatura di Eric Kirsten, dal romanzo omonimo di Trish Cook (Fabbri Editori)

Sentimentale, 1h 31′, Eagle Pictures, in uscita il 22 marzo 2018

Voto: 5 su 10

Ritorna al cinema il melodramma patologico, un genere che è un vero evergreen sul grande schermo, specie se a vivere le traumatiche passioni amorose sono giovinetti di bella presenza con un futuro tutt’altro che roseo ad attenderli al varco. La miscela di lacrime e sospiri, se ben calibrata, può dare i suoi buoni frutti e facilita il transfert emotivo del pubblico nei confronti della bellezza della vita e dell’importanza di saperla apprezzare in ogni suo attimo, pur nella sua fugacità. Dopo il seminale Colpa delle stelle, tratto dal best seller di John Green, ritorna anche la peculiarità astro-metereologica nel titolo del film che Scott Speer ha tratto dal romanzo omonimo, Il sole a mezzanotte, che porta all’interesse di una platea prettamente adolescenziale una malattia davvero impietosa.

“La vedova Winchester”, un film di Michael e Peter Spierig, la recensione

La vedova Winchester (Winchester, Australia/Usa, 2018) di Michael Spierig e Peter Spierig con Helen Mirren, Jason Clarke, Sarah Snook, Angus Sampson, Finn Scicluna-O’Prey, Eamon Farren, Laura Brent

Sceneggiatura di Tom Vaughan, Michael Spierig e Peter Spierig

Horror, 1h 40′, Eagle Pictures, in uscita il 22 febbraio 2018

Voto: 6 su 10

Fluida ed elegante, Helen Mirren percorre altera le stanze della labirintica dimora vittoriana, in un tempestoso frusciare di veli e stoffe. Il suo sguardo sofferente e fiero ci restituisce al meglio la figura di Sarah Pardee, vedova del magnate delle armi William Winchester, che nel 1884 rilevò una piccola fattoria a San Jose, in California, per trasformarla in una villa di sette piani e cinquecento stanze: la Winchester House, oggi nota come la casa più infestata di tutti i tempi.

“Detroit”, un film di Kathryn Bigelow, la recensione

Detroit (id, Usa, 2017) di Kathryn Bigelow con Algee Smith, John Boyega, Will Poulter, Jacob Latimore, Jason Mitchell, Jack Raynor, Anthony Mackie, Hannah Murray, Ben O’Toole, John Krasinski, Kaitlyn Dever, Laz Alonso, Malcolm David Kelley, Jeremy Strong

Sceneggiatura di Mark Boal

Drammatico, 2h 22′, Eagle Pictures, in uscita il 23 novembre 2017

Voto: 8 su 10

Nella notte fra il 23 e il 24 luglio del 1967, a Detroit, scoppiò una rivolta, protrattasi per circa tre giorni, nota come «12th Street Riots». L’evento scatenante fu la retata della polizia bianca in un locale notturno privo di licenza, frequentato perlopiù da gente di colore, nella zona Near West Side della città. Era sabato, e nel bar si festeggiava il ritorno di due militari dal Vietnam. Lo scontro tra afroamericani e forze dell’ordine fu di una violenza inaudita e sfociò nell’assedio dell’Algiers, un albergo dal quale partirono malauguratamente dei colpi di fucile a salve e che, in poco tempo, divenne teatro del sequestro di dodici persone, tra le quali anche due ragazze bianche, da parte di un manipolo di poliziotti accecati dal delirio razzista. Brutalizzazioni e umiliazioni durarono ore, i sopravvissuti non furono mai più gli stessi e la giustizia non fu in grado di assicurare il giusto corso ai colpevoli. Ciò che si sa è che i morti furono 43, 1.189 i feriti, oltre 7.200 gli arresti e più di 2.000 gli edifici distrutti, e che a tutt’oggi i Riots di Detroit, oltre a rappresentare una delle pagine più buie della storia degli Stati Uniti, sono ancora una ferita aperta nella costruzione della democrazia americana.

“40 sono i nuovi 20”, un film di Hallie Meyers-Shyer, la recensione

40 sono i nuovi 20 (Home Again, Usa, 2017) di Hallie Meyers-Shyer con Reese Witherspoon , Pico Alexander, Michael Sheen, Nat Wolff, Jon Rudnitsky, Candice Bergen, Lake Bell, Reid Scott

Sceneggiatura di Hallie Meyers-Shyer

Commedia, 1h 36’, Eagle Pictures, in uscita il 12 ottobre 2017

Voto: 4 su 10

Hallie Meyers-Shyer è la figlia appena trentenne di Charles Shyer e Nancy Meyers, forse i due nomi più importanti per la rinascita della commedia americana degli ultimi trent’anni: entrambi sceneggiatori e registi di pellicole entrate nell’immaginario del genere, come Baby Boom (1987), Il padre della sposa (1990), What Women Want (2000) e Tutto può succedere (2003), hanno non solo dato un’impronta inconfondibile ai loro film, ma hanno contribuito anche al rilancio in grande spolvero di attori in affanno (basti pensare alla seconda vita artistica di Diane Keaton e Jack Nicholson dopo la “cura Meyers”). Naturalmente la figlia ne segue le orme, scrivendo e dirigendo questa commediola famigliare blandamente provocatoria, riproponendo come protagonista la molesta Reese Witherspoon, reduce da un’apprezzata interpretazione nel serial HBO Big Little Lies ma da tempo smaniosa di far sfoggio di tutto il suo campionario di smorfie sul grande schermo.

“Prima di domani”, un film di Ry Russo-Young, la recensione

Prima di domani (Before I Fall, Usa, 2017) di Ry Russo-Young con Zoey Dutch, Halston Sage, Logan Miller, Kian Lawley, Elena Kampouris, Medalion Rahimi, Jennifer Beals

Sceneggiatura di Maria Maggenti, dal romanzo “E finalmente ti dirò addio” di Lauren Oliver (ed. Piemme)

Fantasy, 1h 39’, Eagle Pictures, in uscita il 19 luglio 2017

Voto: 6 su 10

Molto apprezzato nei festival di cinema indipendente americani, Prima di domani è l’attesa trasposizione del romanzo best seller di Lauren Oliver, intitolato in Italia “E finalmente ti dirò addio”, di enorme successo tra i giovanissimi lettori. In verità, questa anonima versione cinematografica non ha particolari qualità per cui distinguersi ma, nel mare di produzioni teen quasi sempre deplorevoli, si caratterizza almeno come un gradevole passatempo estivo, specie se si considera il set d’ambientazione, il freddissimo Pacific Northwest.

“Gold – La grande truffa”, un film di Stephen Gaghan, la recensione

Gold – La grande truffa (Gold, Usa, 2016) di Stephen Gaghan con Matthew McConaughey, Edgar Ramirez, Bryce Dallas Howard, Corey Stoll, Toby Kebbell, Adam LeFevre, Bruce Greenwood, Stacy Keach, Craig T. Nelson

Sceneggiatura di Patrick Massett, John Zinman

Drammatico, 2h 01’, Eagle Pictures/Leone Film Group, in uscita il 4 maggio 2017

Voto: 6 su 10

Il problema di Gold – La grande truffa è che, ormai, questi heist movie pseudo biografici sembrano tutti uguali. Trovata la storia da portare sullo schermo, il canovaccio da seguire è sempre lo stesso: sogno americano da infrangere, location esotiche, look vintage, un regista semiserio a dirigere la parabola e una star istrionica che porti avanti il minutaggio e metta più di una pezza alla sceneggiatura.  Se non ci fosse Matthew McConaughey a interpretare l’arraffino Kenny Wells, forse non esisterebbe neppure il film.