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“La legge della notte”, un film di Ben Affleck, la recensione

La legge della notte (Live by night, Usa, 2017) di Ben Affleck con Ben Affleck, Sienna Miller, Elle Fanning, Chris Messina, Zoe Saldana, Chris Cooper, Brendan Gleeson, Remo Girone, Scott Eastwood, Anthony Michael Hall, Max Casella

Sceneggiatura di Ben Affleck, dal romanzo omonimo di Dennis Lehane

Thriller, 2h 08’, Warner Bros. Pictures Italia, in uscita il 2 marzo 2017

Voto: 3 su 10

Più volte abbiamo avuto modo di ribadire quanto la presenza scenica di Ben Affleck, specie negli ultimi anni, possa essere deleteria per un film, in netto contrasto con le sue notevoli qualità registiche. L’attore californiano, con La legge della notte, si macchia però di un’ulteriore colpa: non solo dirige questa trasposizione cinematografica dal romanzo omonimo di Dennis Lehane (autore già valorizzato da Affleck nel suo eccellente esordio dietro la macchina da presa, Gone Baby Gone), non solo chiama se stesso a interpretare in maniera penosa il protagonista principale, praticamente sempre in scena, ma soprattutto scrive da solo la sceneggiatura. Il risultato è di un’ingenuità tale da fare a botte con la sicumera sfoggiata dalla star in quella che doveva essere una sua grande occasione artistica, molto attesa dopo l’Oscar ricevuto per Argo nel 2012.

“Cake”, meravigliosa Jennifer in un dramedy che ci fa soffrire

Cake (id, Usa, 2014) di Daniel Barnz con Jennifer Aniston, Adriana, Barraza, Sam Worthington, Anna Kendrick, Felicity Huffman, William H. Macy, Chris Messina, Lucy Punch, Mamie Gummer, Britt Robertson

Sceneggiatura di Patrick Tobin

Drammatico, 1h 43′, Warner Bros Pictures Italia, in uscita il 7 maggio 2015

Voto: 7 su 10

Cake di Daniel Barnz è il classico film americano indipendente che, sfruttando un tema fortemente radicato nella cultura americana, si prefigge il compito di assurgere a “caso” della stagione, anche poggiandosi sulla performance fortemente martirizzante della sua protagonista. La missione non si può dire riuscita, per varie ragioni. Ciò non toglie che resti un opera degna di attenzione, al di là degli indubbi meriti di Jennifer Aniston, attrice carismatica che in quest’occasione sperava di poter concorrere nella cinquinina degli Oscar (l’avrebbe meritato, aggiungiamo noi).

Venezia71, le minirecensioni: “The Humbling”, “Reality”, “Dearest”, “Before I Disappear”, “Manglehorn”, “3 Coeurs”, “Terre Battue”

The Humbling – Usa, 2014 di Barry Levinson con Al Pacino, Greta Gerwig, Dianne Wiest, Kyra Sedgwick, Charles Grodin – FUORI CONCORSO

Tratto da “L’umiliazione” di Philip Roth. Grande attore sulla via del tramonto vive una profondissima crisi umana e artistica, si ritira dalle scene e stringe una relazione con una ragazza lesbica. Durante il periodo di isolamento si riaffacciano nella sua vita molte persone del passato. Levinson gioca in sottrazione e dirige uno straordinario Pacino, mattatore meravigliosamente patetico che pare rifarsi a sé stesso e alla sua parabola professionale recente non particolarmente brillante. Sebbene ricco di humour, alla lunga il film resta pesante e poco originale, sia stilisticamente che per la costruzione narrativa alternata tra sogno e realtà.  Voto: 6½

“Ruby Sparks”, la ragazza dei sogni esiste davvero?

Ruby Sparks (Id, Usa, 2012) di Jonathan Dayton, Valerie Faris con Paul Dano, Zoe Kazan, Antonio Banderas, Steve Coogan, Chris Messina, Annette Bening, Elliot Gould

Sceneggiatura di Zoe Kazan

Commedia, 1h 44′, Fox Searchlight, in uscita il 6 dicembre 2012

Voto: 8 su 10

Per chi non lo sapesse, Jonathan Dayton e Valerie Faris, coppia, artistica e di vita, sono i registi che sei anni fa portarono a segno uno dei film americani indipendenti più adorabili e disfunzionali di sempre, quel Little Miss Sunshine assolutamente grottesco e vitale che, oltre a lanciare definitivamente un gruppo di attori di nicchia, sancì un liberatorio senso di rivalsa cinematografica su operazioni ben più accomodanti e onerose.