Tag Archives: Chiara Francini

Venezia76 – Concorso: “Martin Eden”, un film di Pietro Marcello, la recensione

Martin Eden (id, Italia/Francia, 2019) di Pietro Marcello con Luca Marinelli, Carlo Cecchi, Jessica Cressy, Vincenzo Nemolato, Marco Leonardi, Denise Sardisco, Carmen Pommella, Aniello Arena, Giordano Bruno Guerri, Chiara Francini

Sceneggiatura di Maurizio Braucci, Pietro Marcello liberamente tratto dal romanzo omonimo di Jack London (Garzanti Editore)

Drammatico, 2h 09’, 01 Distribution, in sala dal 4 settembre 2019

Voto: 5 su 10

Scommessa rischiosa, quella di riadattare un classico della narrativa americana come Martin Eden di Jack London a un Novecento italiano privo di coordinate temporali realistiche. Il film, infatti, non ha riferimenti cronologici precisi e abbraccia con molta libertà quasi un secolo della nostra storia civile attraverso il percorso di formazione di un giovane marinaio di umili origini e desideroso di un riscatto. Per il suo primo lungometraggio di finzione, dopo gli apprezzati trascorsi documentaristici con Il passaggio della linea e Bella e perduta, il regista Pietro Marcello, con lo sceneggiatore Maurizio Braucci, punta tutto sull’originalità d’impostazione del progetto e sul suo protagonista, un sempre efficace Luca Marinelli, ma l’operazione è audace solo sulla carta.

RomaFF9: “Soap Opera” di Alessandro Genovesi, sezione Gala

Soap Opera (Italia, 2014) di Alessandro Genovesi con Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Chiara Francini, Ricky Memphis, Diego Abatantuono, Elisa Sednaoui, Alessandro Besentini, Francesco Villa, Caterina Guzzanti

Sceneggiatura di Alessandro Genovesi

Commedia, 1h 27′, Medusa, in uscita il 30 ottobre 2014

Voto: 3 su 10

Nelle intenzioni del regista, quell’Alessandro Genovesi già sceneggiatore di Happy Family di Salvatores e artefici di due blockbuster come La peggiore settimana della mia vita e Il peggior Natale della mia vita, questo Soap Opera avrebbe dovuto rappresentare il punto di congiunzione di tre generi cinematografici – la commedia, il mélo e il noir – utilizzati secondo i canoni ribaltati di un tipo di narrazione televisiva fortemente stereotipata come, appunto, quella della soap opera. Quanta infelice velleità, purtroppo, nel risultato finale!

“Ti sposo ma non troppo”, schema abusato per un copione mal adattato

Ti sposo ma non troppo (Italia, 2014) di Gabriele Pignotta con Gabriele Pignotta, Vanessa Incontrada, Chiara Francini, Fabio Avaro, Paola Tiziana Cruciani, Paolo Triestino, Francesco Foti, Michela Andreozzi, Catherine Spaak

Sceneggiatura di Gabriele Pignotta, dall’omonima pièce teatrale

Commedia, 1h 36′, Teodora, in uscita il 17 aprile 2014

Voto: 3½ su 10

Non si finirà mai di ribadire quanto il teatro e il cinema siano due concetti drasticamente differenti, e quanto sia rischioso adattare il primo agli spazi del secondo. L’ha fatto in maniera scriteriata Gabriele Pignotta, uno dei più apprezzati volti della commedia teatrale italiana, che ha preso uno dei suoi testi meglio riusciti sul palco e lo ha ridotto per il grande schermo. Scritto, diretto e interpretato da sé medesimo, Ti sposo ma non troppo diventa l’ultimo caso di una folta schiera di fatali “allestimenti in celluloide” a ribadire la pericolosità di siffatti ibridi.

“Ti ho sposato per allegria”, piacevolmente lieve, Francini promossa

Roberto Toni per ErreTiTeatro 3
in collaborazione con
Teatro della Pergola Fondazione
CHIARA FRANCINI
EMANUELE SALCE
TI HO SPOSATO PER ALLEGRIA
di Natalia Ginzburg
con ANITA BARTOLUCCI
GIULIA WEBER
VALENTINA VIRANDO
scene Paola Comencini
costumi Sandra Cardini
musiche Antonio Di Pofi
disegno luci Gianni Staropoli
regia Piero Maccarinelli

in scena dal 14 gennaio al Teatro Sala Umberto di Roma

Voto: 7 su 10

Quello di Natalia Ginzburg è uno dei testi più fitti e inafferrabili del teatro contemporaneo italiano (anno 1964), salutato da uno straordinario successo nazionale e interpretato per la prima volta da Adriana Asti e Giorgio Albertazzi. Leggenda narra che l’autrice l’abbia scritto nel giro di una settimana, di getto, per combattere la noia. Ne venne fuori un ritratto al vetriolo, a tratti pungente e sarcastico, altre volte più didascalico, della coppia borghese degli anni del boom economico, quella stessa coppia che, nel frattempo, si chiudeva in lunghi silenzi riflessivi nei film di Michelangelo Antonioni. Al contrario, la protagonista di Ti ho sposato per allegria parla anche troppo, ma almeno con la massima naturalezza e sempre con grande ironia, di tutto ciò che le passa per la testa.