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“Il mio Godard”, un film di Michel Hazanavicius, la recensione

Il mio Godard (Le Redoubtable, Francia, 2017) di Michel Hazanavicius con Louis Garrel, Stacy Martin, Bérénice Bejo, Micha Lescot, Grégory Gadebois, Matteo Martari, Guido Caprino

Sceneggiatura di Michel Hazanavicius, dalle autobiografie “Un anno cruciale” (ed. E/O) e “Un an aprés” di Anne Wiazemsky

Commedia, 1h 49′, Cinema di Valerio de Paolis, in uscita il 31 ottobre 2017

Voto: 6 su 10

Il cinema di Michel Hazanavicius è tanto in grado di catturare l’estetica delle cose, quanto incapace di assecondare il pensiero dietro l’immagine. Qualcuno nutrì tale sospetto già ai tempi dell’acclamato e, invero, irresistibile The Artist (Oscar 2012 al miglior film e regia), per poi trovare la sua lapidaria conferma nell’indigesto The Search, sulla guerra in Cecenia. Il regista francese torna ora, con Il mio Godard, al genere che più gli è congeniale, la commedia cinefila, per raccontare la storia d’amore tra Jean-Luc Godard (Garrel) e Anne Wiazemsky (Martin), negli anni del fermento politico post-sessantotto che indussero il maestro della Nouvelle Vague a una drastica svolta nella propria carriera artistica.

“The Search”, una spettacolarizzazione dell’orrore da dimenticare

The Search (id, Francia, 2014) di Michel Hazanavicius con Bérénice Bejo, Annette Bening, Maxim Emelianov, Abdul-Khalim Mamatsuiev, Zukhra Duishvili

Sceneggiatura di Michel Hazanavicius

Drammatico, 2h 39′, 01 Distribution, in uscita il 5 marzo 2015

Voto 4½ su 10

A vedere The Search, l’ultimo fischiatissimo (a Cannes 2014, in concorso) film scritto e diretto da Michel Hazanavicius, verrebbe da chiedere indietro l’Oscar che il regista vinse nel 2012 col quel gioiello di magia cinematografica che era The Artist. Non si capisce il perché di questa svolta bellico-impegnata da parte di un autore (forse troppo precocemente prosmosso a tale) che, sin dai tempi delle parodie di James Bond della saga OSS 117 con il fenomenale Jean Dujardin, ha sempre avuto nella leggerezza e nell'(auto)ironia la sua chiave di volta.

“Il passato”, sceneggiatura magistrale, un film che non perdona

Il passato (Le passé, Francia, 2013) di Asghar Farhadi, con Bérénice Bejo, Tahar Rahim, Ali Mosaffa, Pauline Burlet, Elyes Aguis, Jeanne Jestin, Sabrina Ouazani, Babak Karimi, Valeria Cavalli

Sceneggiatura di Asghar Farhadi

Drammatico, 2h 13′, BiM Distribuzione, in uscita il 21 novembre 2013

Voto: 9 su 10

Presentato con un successo inferiore ai suoi reali meriti all’ultimo Festival di Cannes, dove ha comunque agguantato la Palma per la migliore attrice a Bérénice Bejo, Il passato è la naturale prosecuzione di Una separazione, abbagliante opera seconda dell’iraniano Asghar Farhadi (la prima è About Elly), premiata anche con l’Oscar: lì, una moglie cercava in tutti i modi di allontanarsi dal marito e dalla propria terra, qui una coppia divorzia, ma con conseguenze dolorose.

“Il paradiso degli orchi”, i Malaussène di Pennac rivivono al cinema

Il paradiso degli orchi (Au bonheur des ogres, Francia, 2013) di Nicolas Bary, con Raphaël Personnaz, Bérénice Bejo, Emir Kusturica, Thierry Neuvic, Guillaume de Tonquedec, Mélanie Bernier, Isabelle Huppert

Sceneggiatura di Jérôme Fansten, dal romanzo omonimo di Daniel Pennac (ed. Feltrinelli)

Commedia, 1h 41′, Koch Media, in uscita il 14 novembre 2013

Voto: 6½ su 10

VIII Festival Internazionale del Film di Roma – Fuori Concorso

Ci sono voluti quasi trent’anni affinché le (dis)avventure della bizzarra famiglia Malaussène trovassero forma cinematografica. La geniale saga di romanzi ideata da Daniel Pennac celebra il trionfo dell’immaginativa, straordinarie storie comuni narrate con con un senso del fantastico più unico che raro, terribilmente complicato da rendere sullo schermo. Eppure il coraggioso film di Nicolas Bery, trasposizione del primo episodio del ciclo, può considerarsi riuscito.