Tag Archives: Barry Levinson

“Rock the Kasbah”, Murray a disagio nella farsa bellico/canora di Levinson

Rock the Kasbah (id, Usa, 2015) di Barry Levinson con Bill Murray, Kate Hudson, Bruce Willis, Zooey Deschanel, Leem Lubany, Danny McBride, Scott Caan, Taylor Kinney

Sceneggiatura di Mitch Glazer

Commedia, 1h 58′, Eagle Pictures, in uscita il 5 novembre 2015

Voto: 5 su 10

Non c’è genere più arduo e delicato della commedia satirica d’ambientazione bellica. Ne sono usciti vincenti solo alcuni grandi registi (Lubitsch, Chaplin, Wilder, Kubrick, Altman) e lo stesso Barry Levinson, con Good Morning, Vietnam, non era andato troppo lontano dallo sfiorare il gioiello. Qualche anno dopo, con Sesso e potere, la ferocia vetriolica della guerra vista con gli occhi della politica giornalistica aveva fatto sperare nell’arguzia di un autore che, al contrario, da troppi anni ha perso lo smalto di un tempo. Il regista premio Oscar di Rain Man porta in sala questo Rock the Kasbah, farsa grottesca che si riallaccia al precedente Disastro a Hollywood, per il racconto di un certo ambiente artistico in rovina (lì il protagonista era un regista in panne, qui è un manager di musica rock in fallimento), ma con il focus narrativo principale individuato nello scontro culturale tra Oriente e Occidente, tutto in chiave ironica e con influenze libertarie e tolleranti per il tramite di un talent show canoro: commistione fatale.

Venezia71, le minirecensioni: “The Humbling”, “Reality”, “Dearest”, “Before I Disappear”, “Manglehorn”, “3 Coeurs”, “Terre Battue”

The Humbling – Usa, 2014 di Barry Levinson con Al Pacino, Greta Gerwig, Dianne Wiest, Kyra Sedgwick, Charles Grodin – FUORI CONCORSO

Tratto da “L’umiliazione” di Philip Roth. Grande attore sulla via del tramonto vive una profondissima crisi umana e artistica, si ritira dalle scene e stringe una relazione con una ragazza lesbica. Durante il periodo di isolamento si riaffacciano nella sua vita molte persone del passato. Levinson gioca in sottrazione e dirige uno straordinario Pacino, mattatore meravigliosamente patetico che pare rifarsi a sé stesso e alla sua parabola professionale recente non particolarmente brillante. Sebbene ricco di humour, alla lunga il film resta pesante e poco originale, sia stilisticamente che per la costruzione narrativa alternata tra sogno e realtà.  Voto: 6½