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“Ophelìa” di Giacomo Sette, uno spettacolo di Gianluca Merolli, la recensione

OPHELIA
da William Shakespeare
di Giacomo Sette

regia Gianluca Merolli
assistente alla regia Romina Zadi
con Giulia Fiume, Federico Le Pera, Gaia Benassi
con la partecipazione straordinaria di Giuliano Peparini
musiche composte ed eseguite da Fabio Antonelli
video Marco Arbau
scene Alessandro Di Cola
props Riccardo Morucci
costumi 1981
costumista  Domitilla Giuliano
luci Paolo Vitale
foto di scena Studio Le Pera
produzione Andrea Schiavo | H501 srl
direttore di produzione Pino Le Pera
assistente di produzione Sara Silvetti

Teatro dell’Orologio di Roma/Teatro India di Roma

Voto: 6 su 10

Benvenuti nella folle mente di Ophelìa, che – come noto – si concede ad un liquido abbraccio di morte, come copione shakespeariano insegna. Anzi no: ascoltiamo la lucida lettura degli eventi attraverso il cinico racconto di una sensualissima Gertrude, tubino aderente e scollo generoso in grandissima evidenza. Bisogna però prestare attenzione anche al disincantato punto di vista del giovane Fortebraccio, che declama le sue battute a torso nudo, in addominale competizione con l’inquieto Amleto anche lui privo, all’occasione, delle funeree vesti di scena.

“Amleto” di William Shakespeare, uno spettacolo di e con Daniele Pecci, la recensione

AMLETO
di William Shakespeare

Compagnia Molière

con Maddalena Crippa, Daniele Pecci, Rosario Coppolino

e con Giuseppe Antignati, Sergio Basile, Mario Pietramala, Marco Imparato, Vito Favata, Maurizio Di Carmine, Mariachiara Di Mitri, Pierpaolo de Mejo, Domenico Macrì, Andrea Avanzi, Mauro Rancanati

costumi Maurizio Millenotti

regia Daniele Pecci

Andato in scena al Teatro Duse di Bologna

Voto: 5 su 10

Il grande dilemma che ha portato in scena Daniele Pecci con la sua regia e interpretazione di Amleto,  al Teatro Duse di Bologna, non è tanto il famigerato “Essere o non essere” quanto il domandarsi se stravolgere un grande classico abbia veramente senso. Quali sono i motivi per cui si sceglie un testo che ha solcato centinaia di secoli fino ad arrivare ai nostri giorni per la sua forza, la sua potenza espressiva, la musicalità delle parole e snaturarlo? Rendere lo spettacolo più fruibile a un pubblico moderno e più variegato è una risposta plausibile? Non fare l’ennesima versione scespiriana in costumi d’epoca, cercare di trovare una chiave originale è un intento più che legittimo per un regista e per gli attori, ma davanti ai grandi classici una sana sacralità, a mio avviso, andrebbe rispettata.

“Shakespeare’s Hamlet Project”, un’impresa contro la crisi del teatro

LA COMPAGNIA ARCADINOÈ presenta
SHAKESPEARE’S HAMLET PROJECT
traduzione adattamento e regia Patrizio Cigliano
con (in ordine alfabetico)
Andrea Cannucciari, Daniela Cavallini, Patrizio Cigliano, Domitilla D’Amico, Marco Manca, Marco Montecatino,
Biagio Musella, Alessandro Parise, Cristiano Priori, Daniele Sirotti
e con Gianni Giuliano nel ruolo di Polonio
con la partecipazione straordinaria in voce di
Gigi Proietti nel ruolo del Fantasma
scene: Fabiana De Marco costumi: Andrea Viotti
musiche originali: Giacomo Delli Colli Lauri Volpi
light designer: Pietro Sperduti
maestro d’armi: Massimo Cimaglia e Dario Spampinato
Sartoria: Farani
assistenti alla regia: Giorgia Palmucci e Marco Barbato
Spettacolo interamente prodotto dal Cast
INFO: http://hamletprojectx.wordpress.com/
In scena al Teatro dell’Orologio di Roma fino al 6 aprile

Voto: 7 su 10

Prima di entrare in un’analisi dello spettacolo in sé, bisogna partire dalle origini del tutto: Hamlet Project è una produzione collettiva, fortissimamente voluta da Patrizio Cigliano, personalità non estranea a operazioni teatrali particolarmente ardite, che ha messo insieme un cast attraverso provini del tutto anonimi – leggi, senza esibire curriculum – e rigorosamente online. Un talent scouting teatrale a tutti gli effetti, in cui è stato premiato solamente il talento.