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“San Andreas”, distruzione totale ma la famiglia è salva

San Andreas (id, Usa, 2015) di Brad Peyton con Dwayne Johnson, Carla Gugino, Alexandra Daddario, Ioan Gruffud, Paul Giamatti, Kylie Minogue, Hugo Johnstone Burt, Colton Haynes

Sceneggiatura di Carlton Cuse, Chad Hayes, Carey Hayes (Carey W. Hayes)

Catastrofico, 1h 48′, Warner Bros. Entertainment, in uscita il 28 maggio 2015

Voto: 5 su 10

La paura tutta americana del famigerato “Big One”, lo sciame sismico che secondo gli esperti potrebbe scatenarsi nei tempi a venire per l’accumulo di energia nella Faglia di San Andreas che attraversa la California per 1300 km, trova la sua catarsi cinematografica in questo goffissimo disaster movie che ambirebbe a inserirsi nel solco glorioso dei classici del genere anni Settanta. Ma qui, oltre a mancare il cast all star (dobbiamo accontentarci del wrestler The Rock Johnson e della rediviva Gugino) e, quindi, la coralità di personaggi tipica di quelle produzioni, latita soprattutto l’originalità.

Venezia71, le minirecensioni: “Pasolini”, “Red Amnesia”, “Burying the Ex”, “Retour a Ithaque”, “Metamorphoses”, “Cymbaline”

Pasolini – Usa, 2014 di Abel Ferrara con Willem Dafoe, Adriana Asti, Maria De Medeiros, Valerio Mastandrea, Ninetto Davoli, Andrea Bosca, Riccardo Scamarcio – IN CONCORSO

Le ultime 24 ore di vita di Pier Paolo Pasolini secondo ciò che resta della mente del grande regista de Il cattivo tenente e Addiction. Nessun intento celebrativo ma la volontà di approfondire il pensiero dell’intellettuale più controverso del nostro secolo scorso, alla luce dei suoi progetti rimasti incompiuti. Scampoli di Petrolio e Sodoma, l’idea dell’imminente progetto Porno Teo Kolossal, l’intervista a Furio Colombo e la cacciagione dei ragazzi di vita. Evidente l’amor di verità nei confronti del personaggio (luoghi e costumi sono autentici), così come l’immedesimazione fisica di Dafoe. Ne è venuto fuori, però, uno strano ibrido, impersonale, sgradevole e francamente inopportuno, con un imbarazzante melting pot linguistico ad aggravare ulteriormente la solidità dell’opera. Il mare di stereotipi è secondo solo alla inimmaginabile bruttezza della messa in immagini dell’episodio di Epifanio. Dell’anima pasoliniana nulla. Voto: 3