Tag Archives: Academy Two

“Parasite”, un film di Bong Joon-ho, la recensione

Parasite (Gisaengchung, Corea del Sud, 2019) di Bong Joon-ho con Song Kang-ho, Sun-kyun Lee, Cho Yeo-jeong, Choi Woo-Sik, Hyae Jin Chang, Jung Hyeon-jun, Park Seo-joon, Jung Ziso, Chang Hyae-jin, Park Myeong-hoon, Lee Jung-eun, Park So-dam

Sceneggiatura di Bong Joon-ho, Han Ji-won

Grottesco, 2h 12’, Academy Two, in uscita il 7 novembre 2019

Voto: 8½ su 10

Tutti ne parlano (o, ne hanno parlato), Parasite di Bong Joon-ho è stato il “talk of the town” di quest’ultima accidentata stagione cinematografica. Partita la sua corsa con l’acclamazione al Festival di Cannes, dove ha vinto la Palma d’Oro, e terminata tra l’entusiasmo generale con la consacrazione e il premio Oscar al miglior film dell’anno direttamente dalle mani di Jane Fonda (più altre tre statuette di peso: miglior sceneggiatura originale, miglior regia e miglior film straniero), quello del film sud-coreano è stato un irresistibile percorso di riconoscimenti più che meritati.

#arenaestiva: “Doppio amore”, un film di François Ozon, la recensione

Doppio amore (L’amant double, Francia, 2017) di François Ozon con Marine Vacth, Jérémie Renier, Jacqueline Bisset, Myriam Boyer

Sceneggiatura di François Ozon e Philippe Piazzo, liberamente tratto dal romanzo “Lives of the Twins” di Joyce Carol Oates

Thriller, 1h 47′, Academy Two, in uscita il 18 aprile 2018

Voto: 8½ su 10

La “provocazione”, secondo il vocabolario Treccani, consiste nell’eccitamento a reagire in modo irritato e violento a determinati atti, parole o comportamenti che, in alcuni casi, possono indurre a proposte erotiche. Al cinema, grandi maestri della macchina da presa ne hanno fatto una vera e propria missione, non solo per revitalizzare una narrazione canonica ma, soprattutto, per lasciare di stucco il pubblico che, di volta in volta, usciva dalla sala elettrizzato o infastidito. Senza voler scavare troppo nel parterre degli autori di nicchia (da Michael Powell a John Waters), è sufficiente rivolgere uno sguardo più attento alla filmografia dell’imprescindibile Alfred Hitchcock per rendersi subito conto di quanto questa peccaminosa prerogativa abbia reso, di fatto, essenziali, nell’economia del linguaggio cinematografico, opere straordinariamente innovative come Vertigo e Psycho, solo per citare i due casi più eclatanti in cui il feticismo e l’attrazione sessuale “provocano” reazioni incontrollabili tanto nei personaggi quanto negli spettatori. Non ultimo, Provocazione è il titolo di uno dei rari film non pornografici con Moana Pozzi. 

“The Party”, un film di Sally Potter, la recensione

The Party (id, GB, 2017) di Sally Potter con Kristin Scott Thomas, Timothy Spall, Patricia Clarkson, Cillian Murphy, Emily Mortimer, Cherry Jones, Bruno Ganz

Sceneggiatura di Sally Potter

Commedia, 1h 11′, Academy Two, in uscita l’8 febbraio 2018

Voto: 6½ su 10

Un piccolo film sottilmente perfido, sorretto da dialoghi sopraffini e interpretazioni magistrali: è The Party, l’ultimo lavoro della regista britannica Sally Potter, che porta in scena la caduta degli dei di sinistra della classe dirigente d’oltremanica, in un congegno narrativo di soli 70 minuti e tutto all’interno di un elegante appartamento con cortile esterno.

“Personal Shopper”, un film di Olivier Assayas, la recensione

Personal Shopper (id, Francia, 2016) di Olivier Assayas con Kristen Stewart, Lars Eidinger, Sigrid Bouaziz, Anders Danielsen Lie, Nora von Waldstätten

Sceneggiatura di Olivier Assayas

Thriller, 1h 45’, Academy Two, in uscita il 13 aprile 2017

Voto: 6½ su 10

Quante ambizioni, troppe, nel cinema di Olivier Assayas. Si sconfina nella pretenziosità ed è un peccato, perché il regista francese sa bene come distillare turbamenti e angosce nello spettatore. Come per il precedente Sils Maria, anche questo Personal Shopper pecca di una fredda psicanalisi a senso unico, diluita in un bizzarro thriller cerebrale dalle atmosfere paranormali, completamente sostenuto dalla recitazione nevrotica e sofferta della brava Kristen Stewart.

“Frantz”, Ozon e il potere salvifico della menzogna in un grande melò

Frantz (id, Francia, 2016) di François Ozon con Paula Beer, Pierre Niney, Ernst Stötzne, Marie Gruber, Yohann von Bülow, Anton von Lucke, Cyrielle Clair, Alice de Lencquesaing

Sceneggiatura di Philippe Piazzo, François Ozon

Drammatico, 1h 52’, Academy Two, in uscita il 22 settembre 2016

Voto: 8½ su 10

Cineasta mai banale, spesso affascinato dal mezzo cinematografico inteso come mistificazione del reale e “meravigliosa menzogna”, François Ozon porta a compimento nella sua ultima opera Frantz, in concorso all’ultimo Festival di Venezia, il percorso che lega indissolubilmente l’idea del racconto con l’espediente della bugia. Lo fa in un melodramma a sfondo bellico, di struggente eleganza formale, incastonato in un bianco e nero abbagliante che solo sporadicamente si apre a squarci di vita a colori, liberamente ispirato al film di Ernst Lubitsch Broken Lullaby, a sua volta tratto da una piéce teatrale di Maurice Rostand.

“La luna su Torino”, operetta fragile sull’inquietudine di vivere oggi

La luna su Torino (Italia, 2013) di Davide Ferrario con Eugenio Franceschini, Walter Leonardi, Manuela Parodi, Daria Pascal Attolini, Guido Ottobrino, Benedetta Perego, Franco Maino, Stefano Scherini

Sceneggiatura di Davide Ferrario

Commedia, 1h 30′, Academy Two, in uscita il 27 marzo 2014

Voto: 5½ su 10

A quattro anni dall’apprezzato (e sfortunato) Tutta colpa di Giuda, torna Davide Ferrario con un film da lui scritto, prodotto e diretto come ai bei tempi di Dopo Mezzanotte. Torna anche l’ode malinconica alla sua città, Torino, e a una generazione di precari costantemente in cerca di equilibri su quel 45° parallelo che attraversa il capoluogo piemontese, ponendolo a metà strada tra il Polo Nord e l’Equatore.

“Il violinista del diavolo”, Garrett unico motivo d’interesse in tanto kitsch

Il violinista del diavolo (The Devil’s Violinist, GB/Germania/Italia, 2013) di Bernard Rose, con David Garrett, Jared Harris, Joely Richardson, Andrea Deck, Christian McKay, Veronica Ferres, Helmut Berger, Olivia d’Abo

Sceneggiatura di Bernard Rose

Drammatico, 2h 02′, Academy Two, in uscita il 27 febbraio 2014

Voto: 5 su 10

Ritorna Bernard Rose, regista d’accademia nato videomaker per il gruppo Frankie Goes to Hollywood, fattosi notare con un horror di qualche ambizione (Candyman, 1992) e poi confermatosi discreto melomane con opere in costume tra il musicale (Amata immortale, 1994, romanzone sentimentale su Beethoven) e il letterario (una calligrafica trasposizione di Anna Karenina di Tolstoj, 1998, con Sophie Marceau), fino a cimentarsi con scarsa risonanza col cinema di genere (Mr. Nice, 2010, e Two Jacks, 2012). Eccolo ora, con Il violinista del diavolo, nuovamente alle prese con un artificioso biopic d’epoca, incentrato sulla figura mitica del virtuoso del violino Niccolò Paganini.

“Amori elementari”, dall’infanzia all’adolescenza grazie allo sport

Amori elementari (Italia/Russia, 2013) di Sergio Basso, con Cristiana Capotondi, Andrey Chernyshov, Camilla Filippi, Edoardo Pesce, Olga Pogodina, Rachele Cremona, Andrea Pittorino

Sceneggiatura di Sergio Basso, Marianna Cappi, Marina Polla de Luca

Commedia, 1h 38′, Academy Two, in uscita il 20 febbraio 2014

Voto: 6 su 10

Proprio quando il cinema italiano si fa apprezzare di più grazie alla qualità di giovani autori esordienti (si pensi al miracolo Pif con La mafia uccide solo d’estate, o all’odierno successo di Smetto quando voglio di Sydney Sibilia), Sergio Basso decide di dedicare la sua opera prima, questo Amori Elementari, al delicato universo dei primi amori e dei legami d’amicizia di un gruppo di ragazzini non ancora adolescenti, accomunati dalla stessa passione agonistica: hockey e pattinaggio artistico.