“Slam – Tutto per una ragazza”, un film di Andrea Malaioli, la recensione

SLAM – Tutto per una ragazza (id, Italia, 2017) di Andrea Malaioli con Ludovico Tersigni, Barbara Ramella, Jasmine Trinca, Luca Marinelli, Gianluca Broccatelli, Pietro Ragusa, Fiorenza Tassari

Sceneggiatura di Francesco Bruni, Ludovica Rampoldi, Andrea Molaioli dal romanzo “Tutto per una ragazza” di Nick Hornby (ed. Guanda)

Commedia, 1h 40’, Universal Pictures International Italy, in uscita il 23 marzo 2017

Voto: 5 su 10

Non è la prima volta che un romanzo di Nick Hornby viene riadattato in Italia, era già successo qualche anno fa col traumatico È nata una star? di Lucio Pellegrini. Il risultato raggiunto da Andrea Malaioli con Slam – Tutto per una ragazza, al contrario, non è del tutto da dimenticare. Certo, assistiamo ancora una volta a una banalizzazione immeritevole di un percorso di crescita che l’autore inglese aveva così ben incastrato nel contesto sociale londinese: il regista de La ragazza del lago e Il gioiellino, insieme ai suoi sceneggiatori, trasporta l’intera vicenda a Roma, senza prendere nessuna posizione netta.

1486443312-slam-tutto-per-una-ragazzaLa storia è quella di Samuele (Tersigni), 16 anni e una passione per lo skateboard che lo divora. Passa le sue giornate tra evoluzioni e corse nel traffico, sognando la California e di incontrare il suo mito Tony Hawk, il più grande skater di tutti i tempi. Ma, come tutti gli adolescenti, anche Samuele è sensibile al richiamo degli ormoni, che si traduce nell’incontro con Alice (Ramella), la ragazza più bella della scuola che, incredibilmente per lui, gli dà corda. Ma come si può vivere con serenità quest’amore colto sul nascere se si proviene da una famiglia che, da generazioni, commette l’errore di procreare alla sua età? E l’altolocata Alice sarà davvero la persona giusta per lui, che vive all’insegna dell’incostanza? Ovviamente, sfuggire ai piani del destino sarà impossibile…

La struttura narrativa dickensiana delle pagine di Hornby rimane, anche se il film si prende nel finale delle libertà piuttosto codarde. Il lavoro di trasposizione, tutto giocato su stereotipi facilmente riconoscibili, è abbastanza ordinario, così come lo sguardo sul mondo adolescenziale visto con gli occhi degli adulti permissivi e un po’ immaturi. Malaioli bissa maldestramente sulle ragioni dei suoi giovani protagonisti, dimostra di avere una levità di stile insperata e un piglio internazionale, alle volte, eccessivamente inseguito; tira fuori una commediola piacevole ma mai davvero centrata, sempre in bilico tra l’accondiscendenza e la normativa, restando in un guado che nuoce a tutti, personaggi e spettatori. Almeno non è molesto, come la gran parte delle produzioni leggere degli ultimi tempi, e indovina in Ludovico Tersigni un interprete simpatico e solare; cartellino giallo, invece, per Luca Marinelli, che continua a riproporre il prototipo del romano semplicione e coatto.

Giuseppe D’Errico

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