“Sissy Boy – La conferenza del Signor S.B.”, temi difficili e spunti di riflessione

Il Carro dell’Orsa presenta
Sissy Boy – La conferenza del sig. S. B.
di Franca De Angelis
regia Anna Cianca
con Galliano Mariani
scene Claudio Lopez
assistente alle scene Chiara Ramarini
aiuto regia Claudia Di Paolo
inserti video Leonardo Ottaviani
elaborazione audio Sabrina Quartullo
assistente regia Alessia Filiberti
organizzazione Rossella Compatangelo

In scena dal 28 gennaio al 9 febbraio al Teatro Lo Spazio di Roma

 Voto: 6 su 10

Sergio Bello, altrimenti detto S.B., è solo sulla scena e racconta, rivolgendosi direttamente al pubblico in sala, la storia della sua vita: dal complicato rapporto con i membri della famiglia ai suoi giochi di bambino, dall’adolescenza solitaria al difficile percorso di ricerca della realizzazione affettiva e di una felicità che, man mano che il lungo monologo procede, sembrano sempre più inafferrabili chimere.

Locandina Sissy Boy jpg leggera-711865La fonte dell’oscurità che lo logora proviene da una terapia correttiva a cui in tenera età è stato sottoposto per volere dell’apprensiva madre, preoccupata dalle sue “pericolose” inclinazioni: un inopportuno amore per le Barbie e un’imbarazzante passione per il personaggio televisivo di Maga Maghella. L’esistenza del protagonista sarà, da allora, una costante e faticosa lotta per riappropriarsi della propria personalità e per poter finalmente rivendicare una salvifica autodeterminazione affettiva.

Lo spettacolo si ispira alla vicenda, realmente accaduta, di Kirk Andrew Murphy, che nel 1974 venne sottoposto dallo psicologo George Rekers ad alcuni esperimenti volti a prevenire l’insorgere di una possibile, futura omosessualità.

Sissy Boy si destreggia con qualche difficoltà nel tentativo di mantenere un precario equilibrio tra humor e tragedia, scegliendo, nel finale, una soluzione narrativa coerente con l’intento di lanciare un messaggio forte, ma che stride con l’avvenuta redenzione della macchiettistica figura materna e risulta, di conseguenza, una brusca forzatura.

L’efficace e dinamica regia di Anna Cianca costruisce lo spettacolo attorno alla passionale interpretazione di Galliano Mariani che, tuttavia, calca troppo la mano nel sottolineare l’effeminatezza di S.B. perdendo, in tal modo, la possibilità di restituire con maggiore efficacia interpretativa un personaggio visceralmente contraddittorio e -potenzialmente – molto complesso.

Non mancano gli spunti di riflessione, ma si esce da teatro avendo l’impressione – purtroppo – di aver perso una bella occasione per raccontare con maggior efficacia il difficile tema della manipolazione affettiva e del soffocamento del desiderio.

Marco Moraschinelli 

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