“Quattro cani per un osso” di John Patrick Shanley, uno spettacolo di John R. Pepper

QUATTRO CANI PER UN OSSO
di John Patrick Shanley

traduzione Leonardo Sbragia / adattamento Enrico Vanzina
con Cristina Cirilli, Paolo Giangrasso, Neva Leoni, Pietro Montandon
Regia John R. Pepper
scene e costumi Mela Dell’Erba – disegno luci e suono Patrick Boggero
con il sostegno della ‘Missione Diplomatica degli Stati Uniti D’America in Italia’
fotografie Gabriele Lentini  – riprese video Alessandro D’Amico

In scena all’Off/Off Theatre di Roma dal 6 al 18 marzo 2018

Voto: 7 su 10

Spezza il cuore assistere a uno spettacolo teatrale quando la platea è vuota. È accaduto giovedì sera all’Off/Off Theatre, forse complice lo sciopero generale che ha catalizzato le ire della città, in barba alla solidarietà femminile per la festa della donna. Ed è questa l’unica attenuante che possiamo riservare al pubblico romano, colpevole di aver snobbato (speriamo solo per una sera) un’occasione a ben vedere rara per i nostri cartelloni teatrali. Sul palco, infatti, va in scena un testo di John Patrick Shanley, autore acclamatissimo della drammaturgia americana contemporanea, vincitore del Premio Pulitzer per Il dubbio, che ha poi personalmente tradotto per il grande schermo con le interpretazioni di Meryl Streep e Philip Seymour Hoffman, e artefice di una sceneggiatura da Oscar come quella della memorabile commedia di Norman Jewison Stregata dalla luna con Cher.

Personalità prettamente newyorckese, Shanley ha l’occhio del chirurgo per ogni situazione che racconta; per Quattro cani per un osso attinge a un’infelice esperienza biografica nel settore cinematografico, quando gli autori teatrali erano merce succulenta per i produttori cinematografici affamati di un minimo di spessore narrativo per i propri film. Capita anche che il regista sia un debole, che la trama prenda una piega troppo triste per sperare nel buio di 600 sale e che all’orizzonte ci sia la tanto temuta uscita direttamente in dvd. Ma quali e quante diaboliche macchinazioni ci sono dietro alla realizzazione di un film? Cose che noi umani non possiamo neppure immaginare, specie se a complicare il clima elettrico della lavorazione ci si mettono anche le due prime attrici coi loro capricci, una starlette mitomane e senza talento e una diva del sipario sul viale del tramonto. Riuscirà il produttore a sanare il sanabile e l’autore a riscrivere il film, nonostante il primo abbia una pustola maleodorante sul deretano che lo tormenta e il secondo sia in pieno lutto materno? Tutto può succedere a Hollywood…

Il testo di Shanley è emblematico nel mettere alla berlina tutte le (in)umane bassezze che si annidano all’interno del circuito produttivo cinematografico che gravita attorno alla città degli angeli, un groviglio di ricatti, soprusi, bugie e aberrazioni talmente evidenti ed esecrabili da sconfinare in una grottesca pietà. Gli attori in scena cavalcano il tono esagitato dei personaggi raggiungendo una spettacolare aderenza alla situazione narrata, in particolare sono gli exploit di perfidia tutta femminile tra Cristina Cirilli e Neva Leoni a cogliere nel segno. La regia di John R. Pepper è attenta a valorizzare il paradossale della vicenda e utilizza al meglio gli interpreti, costretti negli spazi e nell’esiguità della scenografia, quasi a rendere ancora più soffocante la rincorsa all’ennesima meschinità. Uno spettacolo di pregio, quindi, che forse gioverebbe di un ragionamento meno euforico sui dialoghi, al quale auguriamo tutto il meglio per i restanti giorni di permanenza.

Giuseppe D’Errico

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