“Prima di domani”, un film di Ry Russo-Young, la recensione

Prima di domani (Before I Fall, Usa, 2017) di Ry Russo-Young con Zoey Dutch, Halston Sage, Logan Miller, Kian Lawley, Elena Kampouris, Medalion Rahimi, Jennifer Beals

Sceneggiatura di Maria Maggenti, dal romanzo “E finalmente ti dirò addio” di Lauren Oliver (ed. Piemme)

Fantasy, 1h 39’, Eagle Pictures, in uscita il 19 luglio 2017

Voto: 6 su 10

Molto apprezzato nei festival di cinema indipendente americani, Prima di domani è l’attesa trasposizione del romanzo best seller di Lauren Oliver, intitolato in Italia “E finalmente ti dirò addio”, di enorme successo tra i giovanissimi lettori. In verità, questa anonima versione cinematografica non ha particolari qualità per cui distinguersi ma, nel mare di produzioni teen quasi sempre deplorevoli, si caratterizza almeno come un gradevole passatempo estivo, specie se si considera il set d’ambientazione, il freddissimo Pacific Northwest.

53988La storia è delle più note: un’adolescente bella e popolare (Dutch), al termine di una festa organizzata per il Cupido’s Day, muore in un misterioso incidente stradale, ma il mattino dopo si risveglia nel suo letto, con l’impressione di rivivere la stessa giornata precedente. Cosa che si ripete ancora e ancora, in una catena incalcolabile di giorni sempre uguali, tranne che per le variazioni dettate dal suo comportamento, via via sempre più consapevole. Ci sarà una soluzione al loop?

Inutile negarlo, il tema è francamente abusato, ed è quasi superfluo scomodare Frank Capra e Ricomincio da capo, che evidentemente la sceneggiatrice Maria Maggenti ha studiato alla perfezione. Prima di domani però, se si eccettua una coda finale in cui il “volemose bene” prende spaventosamente il sopravvento, riesce a far passare in filigrana riflessioni non banali sull’esatta percezione di se stessi e del prossimo, in un’epoca in cui le nuove generazioni sono completamente votate all’apparenza, alla superficialità e all’esibizionismo vuoto dei social network. Solo scoprendo il buono che c’è in noi si può apprezzare il bene degli altri: forse scontato, ma è bene ricordarlo, specie in un filmetto per ragazzi.

Giuseppe D’Errico

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