“Ovvi destini”: uno spettacolo di Filippo Gili, la recensione.

OVVI DESTINI
di Filippo Gili
CON: Pier Giorgio Bellocchio, Anna Ferzetti, Daniela Marra, Vanessa Scalera
FOTO Luana Belli
GRAFICA Elena Ciciani
VIDEO David Melani
UFFICIO STAMPA Rocchina Ceglia
DISTRIBUZIONE Stefano Pironti
ORGANIZZAZIONE Giancarlo Nicoletti – Cinzia Storari
SCENE E COSTUMI Alessandra De Angelis – Giulio Villaggio
DISEGNO LUCI Giuseppe Filipponio
MUSICHE Paolo Vivaldi
AIUTO REGIA Flavia Rossi
PRODUZIONE Altra Scena & Argot Produzioni con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali
REGIA: Filippo Gili

In scena al Teatro Brancaccino di Roma fino al 21 Aprile

VOTO: 8 su 10

“Ovvi destini” è felicemente uno spettacolo tutt’altro che ovvio, per diverse ragioni.
Capita sempre più di rado, infatti, imbattersi in testi di drammaturgia contemporanea ben scritti, ovvero dotati sia di un solido impianto di struttura che di un sapiente uso dei dialoghi, della parola. La scrittura di Filippo Gili è agile, fresca, coraggiosa: capace di affrontare temi spinosi con l’impeto di una penna che scava a fondo nelle psicologie dei personaggi, che sonda i diversi DIVARI drammaturgici e scegli sempre quelli più efficaci, meno ovvi, appunto.
Il testo è diviso in quadri-scene organici sia da un punto di vista temporale che da un punto di vista spaziale. Ciascun personaggio è sapientemente delineato e raccontato in ogni sua fragilità, con picchi pregni di significato soprattutto per quella che forse possiamo definire la protagonista, Laura, colei che spiazzerà lo spettatore con una scelta inconscia (ma forse anche conscia), che ben esprime il significato ultimo dell’intera opera.

Passiamo all’allestimento: anche qui un ottimo lavoro, sempre a cura dello stesso Gili, che ne cura la regia. Quando è lo stesso autore a portare in scena i propri testi, se capace come regista, si ha l’occasione di vedere l’opera nella sua pienezza, nella sua integrità del come è stata concepita. Gili ha saputo sicuramente scegliere un cast eccezionale composto da attrici tanto giuste quanto brave, vale la pena rinominarle tutte e tre: Vanessa Scalera (Laura), Anna Ferzetti (Lucia) e Daniela Marra (Costanza). Brave poiché giocano di squadra, si amalgamano, si destreggiano nei tempi del dramma con un metronomo condiviso, con un rigore, una pulizia di gesti/movimenti e una giusta intonazione che riesce a fare, di ogni singola melodia di personaggio, la coralità, la sinfonia del dramma stesso.

Apprezzabile, inoltre, l’asciuttezza e l’efficacia di un impianto scenico tanto semplice quanto funzionale al racconto, e un commento musicale (ad opera di Paolo Vivaldi) di supporto e mai invadente all’emotività di ogni quadro/scena.

Insomma: uno spettacolo che vi consigliamo di vedere senz’altro, sapientemente scritto, progettato e interpretato. Al teatro Brancaccino di Roma fino al 21 aprile.

Andrea Ozza

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