“Oscura Immensità”: ottimo allestimento firmato Alessandro Gassman

Oscura immensità
tratto dal romanzo L’oscura immensità della morte
di Massimo Carlotto
regia Alessandro Gassman
con: Giulio Scarpati e Claudio Casadio
scene Gianluca Amodio
costumi Lauretta Salvagnin
luci Pasquale Mari
videografie e suoni Marco Schiavoni
produzione Teatro Stabile del Veneto
In scena al Teatro Eliseo di Roma fino al 30 Marzo 2014

Voto: 8 su 10

Gassman dimostra, ancora una volta, di saper scegliere le storie da portare in scena, Carlotto di saperle raccontare. Un gran bell’allestimento, quello di “Oscura immensità”, prodotto dallo Stabile del Veneto (di cui Gassman é direttore artistico), che vede in scena Giulio Scarpati e Claudio Casadio, nei panni, rispettivamente, della vittima Silvano Contin e del carnefice Raffaello Beggiato, in una diatriba feroce, che scuote l’animo dello spettatore e non lo lascia indifferente. locandina o iLe domande che questo spettacolo pone, infatti, sono molteplici e profonde: Beggiato, in una rapina, ha ammazzato accidentalmente la moglie e il figlio di Contin; dopo quindici anni di ergastolo, il delinquente scopre di essersi ammalato di cancro e chiede grazia. Contrariamente a quanto si possa immaginare, la penna di Carlotto affonda, appuntita e graffiante, in scomodi sentimenti, come quelli del risentimento, dell’odio, della cattiveria pura, che prova un padre nei confronti di chi gli ha ammazzato il proprio figlioletto di otto anni e la propria compagna di vita. Si può concedere sempre e comunque la grazia? Perché risolversi in un perbenismo falso e disumano? Contin/Scarpati non ci stà, vuole vendetta, la cerca con tutte le sue forze e con tutti i suoi forse. La otterrà.
La regia di Gassman lavora straordinariamente bene con luci di taglio (di Pasquale Mari) e inserti video raffinati (di Marco Schiavoni), mai didascalici e sempre di supporto, restituendo figure tormentate avvolte nell’oscurità, che ora cela e ora mostra il loro errare in un limbo incerto, vuoto,scarpati agghiacciante. La drammaturgia, invece, lavora per lunghi monologhi, senza che vittima e carnefice possano mai incontrarsi e dialogare vis-à-vis: la scelta si rivela funzionale in questo inseguimento di anime dannate, che non trovano pace e si lasciano fagocitare dal buio straziante della scena. Un ultimo plauso va, meritato, alle scenografie di Gianluca Amodio, che intrappolano, letteralmente, Contin e Beggiato in uno spazio asfittico, senza via d’uscita per la redenzione.
Ottanta minuti di spettacolo impegnato e arricchente. Ve lo consigliamo.

Andrea Ozza

Seguiranno le seguenti date della tournée:
Torino Teatro Gobetti 01/04/2014 – 06/04/2014
Genova Teatro della Corte 08/04/2014 – 13/04/2014

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