“Noi nella corrente”, l’esordio letterario di Bérénice Capatti

Noi nella corrente

Bérénice Capatti

Rizzoli Editore, 213

Pag. 252

Lasciarsi sorprendere è una sensazione magnifica.

(Noi nella corrente, pag. 205)

Elisa, Anna e Michele. Tre vite. Tre esistenze. Tre adolescenti. Un’estate al lago. Questi gli ingredienti di Noi nella corrente, romanzo d’esordio di Bérénice Capatti.

Un racconto fresco e travolgente, e a tratti poetico. Una storia ricca di cliché, che però assume un sapore nuovo grazie al punto di vista narrativo che cambia di volta in volta: ora seguiamo i pensieri di Anna, ora quelli di Elisa. Una scelta decisamente singolare che dona al romanzo fascino e leggerezza, trascinando il lettore nel fiume in piena delle emozioni adolescenziali.

Animula vagula blandula. Piccole anime smarrite e soavi, questi altro non sono che Anna, Michele ed Elisa in cerca di capire e conoscere sé stessi, senza rinunciare a sogni ed aspirazioni personali, perché ci sono cose che rimangono, a prescindere da tutto. Cose che ti fanno felice ovunque e indipendentemente dagli altri. Da tutti gli altri. Bisogna tenersele strette. (Pag. 106).

Niente falsi moralismi per l’amore e il sesso, trattati con delicatezza, intelligenza e tanta poesia, come la prima volta di Elisa e Michele – Ma c’era il mare immenso davanti a noi, e il vento ci soffiava nei capelli, il profumo di salsedine e timo riempiva le narici e le nostre mani giocavano – o il bacio primo bacio impacciato di Anna e Matteo.

Un esordio decisamente ben riuscito per la Capatti che – da traduttrice e autrice di album illustrati per bambini – si cimenta nel delicato mondo dell’adolescenza.

Un cammino verso un promettente futuro che “all’inizio è sempre un cantiere”.

Angela Di Giacomantonio

 

Noi nella corrente

Bérénice Capatti

Rizzoli Editore, 213

Pag. 252

Lasciarsi sorprendere è una sensazione magnifica.

(Noi nella corrente, pag. 205)

Elisa, Anna e Michele. Tre vite. Tre esistenze. Tre adolescenti. Un’estate al lago. Questi gli ingredienti di Noi nella corrente, romanzo d’esordio di Bérénice Capatti.

 

Un racconto fresco e travolgente, e a tratti poetico. Una storia ricca di cliché, che però assume un sapore nuovo grazie al punto di vista narrativo che cambia di volta in volta: ora seguiamo i pensieri di Anna, ora quelli di Elisa. Una scelta decisamente singolare che dona al romanzo fascino e leggerezza, trascinando il lettore nel fiume in piena delle emozioni adolescenziali.

Animula vagula blandula. Piccole anime smarrite e soavi, questi altro non sono che Anna, Michele ed Elisa in cerca di capire e conoscere sé stessi, senza rinunciare a sogni ed aspirazioni personali, perché ci sono cose che rimangono, a prescindere da tutto. Cose che ti fanno felice ovunque e indipendentemente dagli altri. Da tutti gli altri. Bisogna tenersele strette. (Pag. 106).

Niente falsi moralismi per l’amore e il sesso, trattati con delicatezza, intelligenza e tanta poesia, come la prima volta di Elisa e Michele – Ma c’era il mare immenso davanti a noi, e il vento ci soffiava nei capelli, il profumo di salsedine e timo riempiva le narici e le nostre mani giocavano – o il bacio primo bacio impacciato di Anna e Matteo.

Un esordio decisamente ben riuscito per la Capatti che – da traduttrice e autrice di album illustrati per bambini – si cimenta nel delicato mondo dell’adolescenza.

Un cammino verso un promettente futuro che “all’inizio è sempre un cantiere”.

 

Angela Di Giacomantonio

 

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