“Natale all’improvviso”, cine-pudding delle feste per essere più buoni

Natale all’improvviso (Love the Coopers, Usa, 2015) di Jesse Nelson con Diane Keaton, John Goodman, Olivia Wilde, Alan Arkin, Marisa Tomei, Amanda Seyfried, Ed Helms, Jake Lacy, Anthony Mackie, June Squibb, Alex Borstein, Timothée Chalamet, Steve Martin

Sceneggiatura di Steven Rogers

Commedia, 1h 47′, Notorious Pictures, in uscita il 26 novembre 2015

Voto: 6 su 10

Non c’è Natale cinematografico che si rispetti senza la riunione di una grande famiglia americana sullo schermo quando fuori nevica. Puntuale come un orologio arriva per le festività Natale all’improvviso, titolo italiano anonimo dell’ancor più anonimo originale Love the Coopers, diretto dalla dispersa Jesse Nelson, inattiva dai tempi del pregevole Mi chiamo Sam (2001), e interpretato da una carovana di grandi attori in vacanza nei buoni sentimenti.

locandinaSulla scorta di una sceneggiatura dell’esperto Steven Rogers (Nemicheamiche, P.S. I love you), il film non tralascia neppure un luogo comune del genere: c’è la coppia di veterani (Keaton e Goodman) che sta per separarsi, la figlia (Wilde) single e insoddisfatta che arruola un soldato (Lacy) in aeroporto per fargli fare la parte del suo fidanzato a casa, la zia (Tomei) arrestata per taccheggio, il nonno (Arkin) innamorato di una malinconica camerierina (Seyfried), sulla quale ha messo gli occhi, a sua volta, il figlio (Helms) divorziato e con prole in fermento. L’appuntamento è per il cenone e i tanti segreti di tutti non tarderanno a esplodere…

Il modello è quello del serial Brothers & Sisters e degli affreschi familiari corali già visti in film più riusciti come A casa per le vacanze, Scherzi del cuore e La neve nel cuore. La commediola della Nelson, morbida e prevedibile nella sua alternanza di scaramucce e riappacificazioni, sa intrattenere come si conviene a un prodotto confezionato ad hoc per infondere calore umano, senza temere di eccedere con la molestia dei sentimentalismi natalizi. Quando la narrazione sbanda nel confusionario c’è sempre un tenero cagnolone o un bimbo frignante a farci tornare il sorriso, se il pathos diminuisce arriva subito in soccorso un brano musicale (Sting, Nina Simone) a metterci una pezza. Insomma, la meccanica produttiva statunitense sarà pure banale, ma non manca di efficienza. Lo squadrone di interpreti si adegua all’atmosfera isterica delle feste: Diane Keaton si dimena come suo solito, Wilde e Seyfried sgranano gli occhioni, Goodman e Tomei si affidano alla loro simpatia, Arkin è il migliore. Un cine-pudding che ci ricorda di essere più buoni (o, peggio, felici), che male non fa.

Giuseppe D’Errico

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