“Miss Sloane – Giochi di potere”, un film di John Madden, la recensione

Miss Sloane – Giochi di potere (Miss Sloane, Usa, 2016) di John Madden con Jessica Chastain, Mark Strong, Gugu Mbatha-Raw, Alison Pill, Michael Stuhlbarg, Jake Lacy, Sam Waterston, John Lithgow, Christine Baranski

Sceneggiatura di Jonathan Perera

Thriller, 2h 12’, 01 Distribution, in uscita il 7 settembre 2017

Voto: 7 su 10

“Se non lotti per le tue idee, o non valgono le tue idee o non vali tu”. Non è un proverbio giapponese, ma una delle tante frasi a effetto che pronuncia una fantastica Jessica Chastain alle prese con un title role decisamente ostico e periglioso, Miss Sloane, la più abile e ricercata lobbista di Washington, disposta a tutto pur di non perdere una partita con i suoi avversari del momento. L’ha diretta con grande attenzione l’esperto John Madden, che conferma di sentirsi particolarmente a suo agio, dopo l’ottimo Il debito, tra psicologie borderline e macchinazioni cospirative nei piani alti del potere americano.

miss-sloane-la-recensione-del-thriller-con-protagonista-jessica-chastain-maxw-1280Una vita completamente votata al lavoro, nessuna famiglia, nessun legame di alcun tipo, se non puramente fisico e a pagamento con un escort (altra freccia del copione di Jonathan Perera: “Io ti pago per immaginare la vita a cui ho rinunciato per la mia carriera”), Madeline Elizabeth Sloane è una vera celebrità nel mondo dei power-broker e dei mediatori politici per la sua intelligenza fuori dal comune: bisogna prevedere e anticipare le mosse del nemico, trovare le contromisure e batterlo. La sua decisione di lasciare l’area conservativa per passare dalla parte opposta farà rumore, quando il capo della lobby delle armi la vorrà per convincere l’elettorato femminile a votare contro una legge che limiterà la vendita delle armi da fuoco. Ma per vincere, questa volta, il prezzo da pagare sarà altissimo…

Lo schema narrativo è dei più collaudati, la suspence non allenta mai la presa nonostante la tematica a noi poco affine (avercene di figure simili anche in Italia, forse avremmo meno “politichese” da interpretare), e anche il ribaltone finale, sebbene improbabile, fa il suo bell’effetto di stupore. Madden mantiene in piedi il castello di carte con consumato mestiere e orchestra i suoi strumenti col giusto pathos (musiche azzeccatissime di Max Richter), forte di una sceneggiatura ricca di spunti su cui poter interrogarsi a lungo, e regala alla strepitosa Chastain un banco di prova infallibile per la sua bravura. Per un film che ha tardato tanto per arrivare sui nostri schermi non è un risultato da poco.

Giuseppe D’Errico

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