“Les Misérables”, monumentale e fiacco, non ci sono più i bei musical di una volta

Les Misérables (id, GB, 2012) di Tom Hooper con Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Eddie Redmayne, Amanda Seyfried, Helena Bonham Carter, Sacha Baron Cohen, Samantha Barks

Sceneggiatura di William Nicholson, dal musical omonimo di Claude-Michel Schönberg e Alain Boublil, tratto da “I Miserabili” di Victor Hugo

Musical, 2h 37’, Universal Pictures International Italia, in uscita il 31 gennaio 2013

Voto: 7 su 10

Come trasporre sul grande schermo il musical più rappresentato e visto della storia (repliche ininterrotte sin dall’ottobre 1985, più di Cats)? Probabilmente è un interrogativo destinato ad avere nessuna e infinite risposte, fatto sta che la versione firmata Tom Hooper, dopo il trionfo del suo Il discorso del re, dello spettacolo teatrale di Schönberg e Boublil tratto dal capolavoro letterario di Victor Hugo, Les Misérables, porta con sé molti pregi e altrettante falle.

les_miserables_posterNella Francia del XIX Secolo, il galeotto Jean Valjean (Hugh Jackman), reo di aver violato la libertà condizionata e, a suo tempo, di aver rubato una pagnotta di pane per salvare il figlio di sua sorella, vive sotto la falsa identità di sindaco in un villaggio, dove è stimato da tutti come benefattore. L’arrivo dello spietato gendarme Javert (Russell Crowe), da decenni impegnato nella sua ricerca e cattura, cambierà ancora una volta i piani dell’uomo che, nel frattempo, è diventato tutore di Cosette (Amanda Seyfried), figlia dell’operaia Fantine (Anne Hathaway), morta di stenti anni prima. Sullo sfondo, si prepara la rivoluzione.

La produzione è di prima grandezza, mastodontica, quasi asfissiante. Facile elencare i pregi di un’operazione che, salvo imprevisti, farà incetta di statuette ai prossimi Oscar (8 le nominations, 3 i Golden Globe già portati a casa): semplicemente, non c’è spillo scenico che non sia al suo posto. E allora perché si mugugna dubbiosi?

Tanta perfezione lascia indifferenti se, almeno sullo schermo, non subentra mai quella sublimazione del reale nell’immaginifico che è intrinseca al genere musicale. Di contro, si ottiene ‘solo’ la versione cantata di un romanzone stranoto.

les-miserables-seyfried-redmayneCome da tradizione operistica, gli interpreti cantano tutti dal vivo con risultati notevoli, ma spesso strizzati in inquadrature fisse in primo e primissimo piano che affaticano intensità e visione, scelta opinabile di una regia grama e senza particolari guizzi creativi.

Nonostante l’impegno di Jackman e Crowe, la scena è tutta per Anne Hathaway, straziante nei panni laceri di Fantine, unico vero elemento di pathos in un film cinematograficamente povero e mai davvero coinvolgente, fatalmente pedissequo nel rispetto della tradizione teatrale e dimentico della grande lezione di musical americano del passato.

les_miserables_jackman_hathawayA dare verve alla narrazione ci pensano gli esilaranti furfanti di Baron Cohen e della Bonham Carter, irreprensibili fino alla fine nella loro scorrettezza, senza tener conto, ovviamente, della forza di una storia di per sé infallibile.

Le grandi emozioni hanno disertato quello che doveva essere il kolossal della stagione, ma almeno “I Dreamed a Dream” cantata dalla Hathaway, infreddolita e distrutta, regala il brivido tanto atteso.

Giuseppe D’Errico

One Response to “Les Misérables”, monumentale e fiacco, non ci sono più i bei musical di una volta

  1. booo ha detto:

    complimenti

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