“La Bibbia riveduta e scorretta”, degli Oblivion, uno spettacolo di Giorgio Gallione

LA BIBBIA RIVEDUTA E SCORRETTA

Uno spettacolo scritto da Davide Calabrese, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli
Musiche di Lorenzo Scuda
Interpretato da Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli (gli OBLIVION)
Scene e costumi Guido Fiorato
Luci di Aldo Mantovani
Coreografie di Francesca Folloni
Regia di Giorgio Gallione

In scena al Teatro Quirino di Roma dal 26 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019

Voto: 9 su 10

A distanza di quasi 2 anni (qui la recensione di “The Human Jukebox”) ritorna al Teatro Quirino di Roma questa banda di “cinque cialtroni irriverenti” pieni di talento, gli OBLIVION.

Il loro ultimo lavoro, La Bibbia riveduta e scorretta, è uno spettacolo interamente originale che rappresenta una prova di maturità per il gruppo: questa volta infatti non ci sono riadattamenti di brani musicali noti al grande pubblico che con ironia venivano adeguati alla situazione comica (modalità teatrale a cui Gli Oblivion sono vocati per loro stessa natura e talento). Questa volta c’è un bel copione, scritto dai tre “maschietti” del gruppo, accompagnato da musiche scritte per l’occasione dal bravo Lorenzo Scuda, il “musicista” del gruppo.

Partiamo dunque proprio dalla musica. Lo spettacolo, della durata di 2 ore, è per quasi 2/3 musicato in maniera mai scontata. I brani contengono numerose “citazioni”, solo accennate, provenienti da musical e spettacoli musicali celebri: per gli appassionati del genere questo rappresenta un tocco che impreziosisce la rappresentazione senza farne perdere di originalità. I brani mettono in risalto le caratteristiche peculiari di ciascun performer: sono tanti i pezzi solisti e i duetti veramente piacevoli. Ma è nei brani corali che gli Oblivion hanno sempre una marcia in più.

La storia è ambientata nella Germania del 1455, anno in cui Gutenberg introduce la stampa a caratteri mobili creando l’editoria e inaugurando di fatto l’Età Moderna. Gutenberg sta per scegliere il primo titolo da stampare quando bussa alla porta un signore. Anzi, IL Signore, Dio (di nome) Padre Onnipotente (di cognome) che da millenni aspettava questo momento per diffondere, attraverso la stampa, la sua “autobiografia” e diventare il più grande scrittore della storia. Gutenberg cercherà di trasformare, con ogni mezzo possibile, quello che lui considera un insieme di vicende scollegate e bizzarre, in un vero e proprio best seller: la Bibbia. Ne deriva un continuo braccio di ferro tra autore ed editore dal quale prenderanno vita sul palco, come scene immaginifiche, i momenti più incredibili dell’Antico Testamento e dei Vangeli, arricchiti delle parti “scartate” che non hanno poi  trovato posto all’interno del testo sacro o che sono stati liberamente e artificiosamente manipolati per renderli più appetibili ai primi lettori dell’Età Moderna. Colpiscono per simpatia i personaggi del vecchio Abram e del rapper JC (Jesus Christ).

Lo spettacolo è così pieno di ironia, satira, doppi sensi e allusioni che c’è da perdersi. Le 2 ore scorrono veloci e piacevoli con ritmo serrato. Il riso non abbandona mai il volto. Solo qualche spettatore più “tradizionalista” sembra non aver apprezzato l’originale visione, seppur dissacrante ma maledettamente divertente, della Bibbia e della storia, che solo in un paio di passaggi fa ricorso a una volgarità non necessaria e forse strumentale, probabilmente evitabile.

I 5 performer sono veramente bravi. Tra di loro spiccano per bravura e doti canoro-interpretative Fabio Vagnarelli (Dio) e Francesca Folloni.

Un piccolo “gioiello” di creatività comico-musicale, che brilla per la sua originalità in un cartellone teatrale delle feste decisamente nostalgico e rassicurante.

Emanuele Tibelli

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