“I Puffi 2”, il brand è rinato ma il puffare è senz’anima

I Puffi 2 (The Smurfs 2, Usa, 2013) di Raja Gosnell, con Neil Patrick Harris, Jayma Mayscon, Brendan Gleeson, Hank Azaria, Katy Perry (voce), Christina Ricci (voce)

Sceneggiatura di J. David Stem, David N. Weiss, Jay Scherick, David Ronn, basato sui personaggi e le opere di Peyo

Fantasy, 1h 45’, Warner Bros Pictures Italia, in uscita il 19 settembre 2013

Voto: 5 su 10

Rieccoli i Puffi, gli amabili folletti blu del tesoro che c’è nel fiore accanto a te, protetti da madre natura ma nati dalla penna del vignettista belga Peyo nel 1958. Che sequel sia, dopo il successo da 560 milioni di dollari ottenuto con la loro prima trasferta cinematografica datata 2011, e con il merchandising dell’intera linea risorto a livelli esponenziali.

i-puffi-2-ecco-un-simpatico-poster-con-brontolone-277432Gargamella (Azaria) non si arrende, vuole sottomettere il mondo intero ai suoi piedi, ma per farlo necessita del magico nettare blu che solo dagli odiati Puffi può ricavare. Con l’aiuto di due dispettose creaturine, i Monelli, decide di rapire Puffetta (con la voce della popstar Katy Perry in originale) e di portarla a Parigi, dove è adorato come il più grande stregone del mondo. Da lei, infatti, spera di ottenere il segreto che gli permetterà di trasformare un Monello in un Puffo, da sfruttare poi per i suoi malvagi intenti. Sarà compito di Grande Puffo, Brontolone, Vanitoso e Tontolone riuscire a puffarla, con l’aiuto degli amici umani Patrick (Harris) e Grace (Mayscon) Winslow. Riuscirà Puffetta, che non si è mai sentita veramente blu come gli altri Puffi, a mantenere il segreto?

Avventure straordinarie per cuccioli di uomo under 5, con tutti i più rodati ingranaggi favolistici per avvincere occhi e animi ingenui: complesso di emarginazione, accettazione del diverso, senso di fratellanza, l’unione fa la forza. Aggiungiamoci qualche vorticosa giravolta in 3D attorno alla Tour Eiffel, un nonno maldestro  (Gleeson) che si trasforma in papera loquace e fuochi d’artificio finali, col cattivone bellamente punito a colpi di fulmini e saette, ed ecco che il divertimento per l’infanzia di ultima generazione è servito.

Cambiano i tempi e con loro le generazioni, vero, lungi da noi voler cantare malinconicamente le glorie passate, ma è pur vero che, anni addietro, le favole per bambini su grande schermo avevano ben altra faccia e immaginativa: c’erano dragoni volanti e interi regni da salvare, labirinti da attraversare e re degli gnomi da sconfiggere, bellissime principesse da proteggere e nani coraggiosi destinati a diventare veri eroi. Ora si punta a un conformismo di massa piuttosto noioso, alla moralina stucchevole, a un appiattimento della fantasia a livello di videogame.

Questi Puffi in celluloide, oltretutto, sono fin troppo fighetti e navigati per puffare due mele o poco più come gli antenati a cartoni animati (e non i CGI), e riusciranno pure a mettere sotto sopra il Teatro dell’Opera e interi quartieri parigini, ma scommettiamo che, passati i brividi e il divertimento, i piccoli fruitori non sapranno che farsene del loro ricordo e lo lasceranno sbiadire man mano, in attesa di una nuova, effimera macchina mangiasoldi senz’anima?

Giuseppe D’Errico

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