“Giovane e bella”, un miracolo di leggerezza, Ozon colpisce

Giovane e bella (Jeune et jolie, Francia, 2013) di François Ozon, con Marine Vacth, Geraldine Pailhas, Frederic Pierrot, Fantin Ravat, Johan Leysen, Charlotte Rampling

Sceneggiatura di François Ozon

Drammatico, 1h 34′, BiM Distribuzione, in uscita il 7 novembre 2013

Voto: 7½ su 10

Come sempre quando si parla di François Ozon, anche questa sua ultima opera, presentata in concorso all’ultimo Festival di Cannes, non ha mancato di suscitare scandalo e discussioni. Un’adolescente bella e agiata si prostituisce: le premesse erano delle peggiori. Con un simile materiale era facile partorire un obbrobrio familista o, peggio, moralista. Gli ingredienti per stuzzicare la pruderie del ceto medio ci sono tutti, ma non è che l’esca per mettere con le spalle al muro il pubblico.

Layout 2La verità è che Giovane e bella è un miracolo di leggerezza e sottilissima ironia. Una fotografia tra le più autentiche e sfacciate dell’assenza di responsabilità dalla nuova famiglia-bene-capitalizzata. Curiosamente, le cronache odierne riportano situazioni analoghe. Il regista di Potiche e Nella casa, lungi dal somministrare sermoni, osserva interessato una realtà che c’è, senza veli di giudizio ma, paradossalmente, con l’occhio partecipe di chi vuole provare per credere che tutto ciò sia possibile.

Finale emblematico, con la raffinata Charlotte Rampling in impermeabile da investigatore a torchiare serenamente i perché della pretty baby Marine Vacth. Per la serie: quando i genitori latitano, i grandi vecchi accorrono. Film di squisita costruzione drammatica, con quattro stagioni (e quattro canzoni, di Françoise Hardy) a scandire la maturazione “di vita” della protagonista, bella e scontrosa come solo le francesi sanno esserlo.

Giuseppe D’Errico

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