“Chi ha paura di Virginia Woolf?” di Edward Albee, uno spettacolo di Arturo Cirillo, la recensione

CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF?
di Edward Albee

traduzione Ettore Capriolo
con Milvia Marigliano, Arturo Cirillo, Valentina Picello, Edoardo Ribatto
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Mario Loprevite
regia Arturo Cirillo
produzione Tieffe Teatro Milano / Marche Teatro

In scena al Teatro Vascello di Roma dal 9 al 14 maggio

Voto: 7½ su 10

Un dramma intenso, visceralmente vissuto dai 4 interpreti sulla scena, opera di intenso dolore all’interno della quale si scorgono frammenti di umanità dolente, vinta dalle debolezze e dalla miserie di una vita infeconda, le cui amarezze si stemperano nell’oblio concesso dall’uso di un alcool che è, al contempo, fonte di consolazione e vigliacca scusa per vomitare accuse, meschinità e amare confessioni di ogni sorta.

b80c906be6Punto fermo della scenografia mobile di Dario Gessati è infatti un’abbagliante bancone-bar, attorno al quale gravitano, tutte in stato di alterazione emotiva, le due coppie di coniugi protagoniste di questo dramma reso celebre al grande pubblico dal film omonimo che Mike Nichols diresse nel 1966. C’è la coppia di mezza età composta da Martha e George, lei egoista e sguaiata, lui passivo ma crudele, che riceve a tarda ora nella propria abitazione due sposi più giovani, anch’essi già oberati da piccoli egoismi e grandi insicurezze.

Esplodono rancori e si consumano stratificate acredini nel corso di una lunghissima notte, sol per giungere, al limitare dell’alba, ad un riposo figlio delle sfinimento che – forse – porterà necessarie consapevolezze e diversi equilibri alle quattro anime tormentate che danno corpo a questa complessa pièce scritta dall’americano Edward Albee.

Molto è detto e molto altro è lasciato intuire in questa intelligente rappresentazione di “Chi ha paura di Virginia Wolf?”  dove i personaggi escono di scena esausti per sdraiarsi al di là della soglia liminare che si frappone fra il soggiorno – la stanza della lotta e dell’acquisizione della consapevolezza – e gli altri ambienti della casa, dove i personaggi scompaiono per rimanere sotto gli occhi del pubblico, intrappolati in quelle vite infelici dalle quali non riescono ad affrancarsi, se non per pochi attimi, nell’oblio di sonni agitati.

Chi-ha-paura-di-Virginia-Woolf-E.Ribatto-V.Picello@Diego-SteccanellaUlteriore elemento di forza di questo lavoro registico di Arturo Cirillo sono le performance del suo quartetto di interpreti, capaci – tutti – di concedersi con grande generosità alle animosità dei propri personaggi: Milvia Mirigliano trabocca di rimpianti e di dolore, Edoardo Ribatto è perfetto nel ritrarre un maschio-alfa di virili egoismi, Cirillo è capace di creare un George di inquieta indolenza mentre Valentina Picello scuote gli animi per il trasporto che mette nel ritrarre una giovane donna così  fragile da essersi già consegnata all’abbraccio dell’isteria.

Marco Moraschinelli

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