“Birdman o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza)”, Iñárritu incanta

Birdman o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza) [Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance) Usa, 2014] di Alejandro González Iñárritu con Michael Keaton, Emma Stone, Edward Norton, Zack Galifianakis, Amy Ryan, Andrea Riseborought, Naomi Watts, Lindsay Duncan

Sceneggiatura di Alejandro González Iñárritu, Nicolàs Giacobone, Alexander Dinelaris jr, Armando Bo

Commedia, 1h 59′, 20th Century Fox Italia, in uscita il 5 febbraio 2015

Voto: 9 su 10

Straordinario viaggio nella vita e nella mente di un attore, Riggan Thomson, interpretato da Michael Keaton: un tempo celebre volto di Birdman, un supereroe del grande schermo, spera ora di poter rilanciare la propria immagine e riaffermare il proprio talento in uno spettacolo tratto da Raymond Carver a Broadway, “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore”. Attorno a lui si muove la spaventosa fauna dell’ambiente teatrale: il suo produttore e avvocato sull’orlo di una crisi di nervi (Galifianakis), il sostituto per il ruolo secondario (Norton) che ha non poche manie di grandezza, due attrici insicure (Watts) e bugiarde (Riseborought), la figlia (Stone) segretaria appena dimessa dal rehab, la temibile critica del New York Times (Duncan) che vuole stroncarlo ancor prima di vederlo. E alle sue spalle aleggia la presenza incombente dell’alter-ego cinematografico.

Uscito vergognosamente a mani vuote dall’ultimo Festival di Venezia, Birdman si prepara adesso a fare incetta di premi ai prossimi Oscar (9 le nomination, tra cui miglior film, regia, attore protagonista, attore e attrice non protagonista, fotografia e montaggio) dopo essersi già distinto ai Golden Globe. Di certo ne meriterebbe più di un paio, in primis all’eccezionale fotografia di Emmanuel Lubezki. Inarritu si smarca definitivamente dalla cifra narrativa a incastri che aveva caratterizzato tutta la precedente produzione e si abbandona a un inebriante virtuosismo registico che si traduce in un unico, impossibile pianosequenza dal ritmo magmatico e febbrile, al servizio di una sceneggiatura di straordinaria perfidia. Una riflessione da brivido su arte e star system, interpretata da un cast superlativo, con un Keaton senza precedenti. Imperdibile.

Giuseppe D’Errico

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