A 10 anni dalla scomparsa, Studio Universal omaggia Katharine Hepburn

Fiera, magnetica, icona del femminismo e leggenda del cinema con il primato di ben quattro premi Oscar® vinti, grande amore e storica compagna di Spencer Tracy, Katharine Hepburn se n’è andata il 29 giugno di 10 anni fa. Studio Universal (Mediaset Premium sul DTT) celebra una delle più grandi attrici cinematografiche di tutti i tempi con una rassegna di pellicole da lei interpretate. Si parte con Susanna, indimenticabile screwball comedy di Howard Hawks interpretata  insieme a Cary Grant, si prosegue con La Regina d’Africa di John Huston, dove la Hepburn recita a fianco di Humphrey Bogart, sarà poi la volta di Tempo d’estate, romantica storia ambientata a Venezia con Rossano Brazzi, chiude l’omaggio Falena d’argento, melodramma del 1933 tratto da un romanzo di Gilbert Frankau, che vede la Hepburn nelle vesti di una spericolata aviatrice.

L’appuntamento è ogni lunedì di giugno alle 21:15

Susanna hepburngrantUna bellezza ricercata, unita ad una grazia e ad un’eleganza innate, Katharine Hepburn era una donna molto colta, dal carattere libero e indipendente, dotata di una spigliata ironia e un grande senso dello humour. Ha resistito al tempo e alle mode, grazie a una straordinaria capacità di immedesimarsi nei suoi personaggi e di passare con disinvoltura dal registro drammatico a quello comico, diventando così un modello di forza e indipendenza per intere generazioni di attrici.

Katharine Hepburn

Nata il 12 maggio 1907 a Hartford in Connecticut, la piccola Katharine visse in un ambiente privo di censure nel quale si parlava liberamente di politica, sesso e società. Sì sposò presto, nel 1928 con un uomo d’affari, Ludlow Odgen Smith, ma divorziò nel 1934. Nello stesso anno del matrimonio esordì anche come attrice a Broadway, nella commedia teatrale “Night Hostess”. La vera svolta arrivò nel 1932 con “The Warrior’s Husband” e la sua performance le aprirà le porte di Hollywood. Sul grande schermo iniziò la sua carriera alla grande come protagonista del film di successo “Febbre di vivere” di Geoge Cukor. Nel 1933 ottenne il primo Oscar® grazie a “Gloria del mattino” di Lowell Sherman. Sempre alle vette del successo con le pellicole “Palcoscenico” e soprattutto con “Susanna”, che la consacrò come autentica star e soprattutto mise in luce la sua indipendenza e l’incapacità di sottostare a certi cliché imposti. Poco dopo, arrivò il suo primo ruolo brillante con “Scandalo a Filadelfia” della Metro-Goldwyn-Mayer, che la affiancò a due icone dell’epoca come Cary Grant e James Stewart, un trio formidabile che riscosse un enorme successo di pubblico e critica. Nel 1942 interpretò “La donna del giorno”, pellicola che le cambierà la vita per l’incontro con Spencer Tracy, che diventerà un compagno non solo di set ma di vita. I due attori iniziarono una serie di film, nove in totale. Ma la coppia Hepburn-Tracy non era la sola a funzionare, l’attrice, infatti, continuava a riscuotere successi sia individuali che con altri partner: con Rossano Brazzi in “Tempo d’estate”, con Burt Lancaster in “Il mago della pioggia” con Liz Taylor e Montgomery Clift in “Improvvisamente l’estate scorsa”.  Nel 1962, dopo aver interpretato “Lungo viaggio verso la notte”, nel difficile ruolo di una madre drogata, la Hepburn si fermò per stare accanto a Spencer Tracy, ormai gravemente malato. Il 1967 fu l’anno del ritorno sul set e il destino volle proprio accanto a Spencer Tracy, qui alla sua ultima grandissima prova prima di morire. “Indovina chi viene a cena?” di Stanley Kramer, portò la Hepburn nuovamente all’Oscar®, l’attrice s’impose col suo carattere autoritario e liberale in una storia di denuncia dell’intolleranza razziale. Il terzo Oscar®arrivò quasi inaspettato, l’attrice viveva un momento di tristezza vista la morte di Tracy, ma, ne “Il leone d’inverno”, film del 1968 con Peter O’Toole, interpretando magistralmente il personaggio di Eleonora d’Aquitania, si aggiudicò l’ambita statuetta. Dopo alcuni anni di silenzi, nel 1981 fu protagonista accanto ad un’altra star di prima grandezza, Henry Fonda, de “Sul lago dorato”, film con una sceneggiatura perfetta e una fotografia tra le più belle di sempre. La conclusione della carriera della Hepburn coincise con questo film, che la portò diretta a conseguire il suo quarto Oscar®.

Mai nessuna donna riuscì e forse riuscirà in un impresa che solo lei poteva realizzare poiché dotata di una rara virtù: il coraggio. Seppe affrontare i decenni sapendoli interpretare, dimostrando a sé stessa e al proprio pubblico che se si vive, vale la pena vivere fino in fondo e i numerosi premi testimoniano che quell’atto di coraggio di donna liberale sono stati apprezzati in ogni parte del mondo.

Quando morì il 29 giugno del 2003, se ne andò un’artista dal fascino unico e per una notte persino Broadway, che non conosce sosta, spese le proprie luci in segno di rispetto per l’intensità di una carriera senza precedenti.

(Redazione)

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